"La zona è fertilissima. Una pianura degradante verso il
mare, varieggiata da colline piene di sole e ferita da abissali fratture che noi chiamiamo valloni se strette, fiumare se abbastanza larghe, o molto estese. Gli alvei sono incassati fra pareti vertiginose e scoscese di pietra viva, di mòlissu, di sabbbia incastonata da pietruzze, di terreni diversi a substrati, o di creta bianca, sensazionale e paurosa, perchè da il senso della viscidezza abissale. L'acqua vi scorre utile per l'irrigazione; consolante per la frescura paradisiaca nell'estate; orrenda e impetuosa, per la rovina, durante le levantine e nell'inverno. La terra è coltivata ad ulivi, che con gli anni diventano enormi giganti. Una sola pianta, nelle annate buone, può dare anche un quintale di olio. Sono quegli ulivi grandiosi e secolari, chiamati samarici, da sarma, che è un'unità di misura per solidi, ancora vigente da noi."
Don Luca Asprea,
Il previtocciolo, Cosenza: Pellegrini,2016, pagina 7
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Ruscello in Aspromonte |
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