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Stroncatura |
La "Stroncatura" è un particolare tipo di pasta secca tradizionale della cucina calabrese, nata nella piana di Gioia Tauro e diffusasi successivamente in tutti i territori limitrofi. Di formato simile a quello delle linguine, l'impasto veniva formato a partire dagli scarti di crusca derivanti dalla molitura del grano dando luogo a una pasta dal colore scuro; successivamente la ricetta è stata raffinata utilizzando della farina integrale unita a segale e grano duro. Il nome di questa tipologia di pasta deriva dal fatto che viene trafilata a macchina e "stroncata" ovvero spezzata sulla sezione che piega sulla stecca di ferro, conservandone la forma. Alla fine dell'Ottocento, viste le scarse condizioni igienico-sanitarie dei siti di produzione, la vendita di questa tipicità calabrese venne vietata per diversi anni, tanto a poter definire la "Stroncatura" una merce di contrabbando. Oggi è possibile acquistarla in diversi pastifici del luogo e la ricetta tradizionale la abbina a prodotti tipici del meridione quali alici, pomodorini, olive, peperoncino e mollica di pane raffermo tostato.
Le tabacchiere in buccia riversa di bergamotto sono un piccolo capolavoro della cultura calabrese: esse risalgono al XIX secolo, quando nel mondo contadino era di grande moda l'uso di questi cofanetti destinati a contenere il tabacco da fiuto o da pipa; inoltre questi piccoli manufatti facevano parte anche dei generi di conforto dei soldati del Regno delle due Sicilie.
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Tabacchiera in bergamotto |
La tecnica di lavorazione che ormai pochissimi artigiani tramandano, risale alla Grecia e richiede grande accuratezza e pazienza in modo da mantenere inalterato l'intenso profumo dell'agrume che è anch'esso caratteristico delle coltivazioni di tutta la Calabria, in particolare delle coste a sud. Si inizia svuotando il frutto eliminando tutta la polpa per poi lasciarlo asciugare all'ombra; alla fine, ormai plasmabile, la buccia viene sagomata per realizzare piccoli oggetti di uso comune tra cui i già citati cofanetti.
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Pipe in radica |
La produzione artigianale delle pipe è diffusa in tutta la Calabria, ma in particolar modo nel territorio di Oppido Mamertina si concentra nella frazione di Piminoro. Questo territorio è totalmente immerso nel bosco dell'Aspromonte, il quale offre il legname che i pastori utilizzavano per creare suppellettili di uso quotidiano durante le lunghe ore di sosta passate fra le montagne a guardia del gregge. Oltre alla grande abilità degli artigiani c'è da considerare che queste pipe sono prodotte c
on legno di
Erica Arborea, una pianta sempreverde che possiede un basso contenuto di tannini ovvero le sostanze che le conferiscono un sapore amarognolo; nello specifico la parte utilizzata è la base del fusto che viene detta "ciocco". La materia prima viene estirpata, bollita in pentole di rame per rimuovere il tannino restante e poi lavorata, ancora umida, dall'artigiano.