venerdì 25 ottobre 2019

#12 I materiali della cosa


Le pipe vengono prodotte artigianalmente o industrialmente con diversi materiali, la scelta dipende soprattutto dalla loro forma. La maggior parte delle pipe moderne sono realizzate con la radica anche se il suo uso si è diffuso solo a partire dai primi decenni del 1800. Questa tipologia di legno proviene dalla pianta di Erica Arborea che si contraddistingue per la buona resistenza alla combustione e al calore, evitando la formazione di crepe nel fornello. Anche le pipe di origine calabrese sono prodotte con questo materiale.
Pipa in radica


Altri materiali:

  • Pipe in schiuma di mare ovvero silicato idrato di magnesio, un minerale che si trova principalmente in Turchia e in alcune regioni dell'Africa. La facilità di lavorazione di questo materiale permette di creare vere e proprie sculture caratterizzate però da un'elevata fragilità e porosità.
Pipa in schiuma di mare



  • Pipe in pannocchia, ricavate dalle pannocchie del Missouri hanno un costo molto basso e sono poco robuste.
Pipa in pannocchia



  • Pipa morta o Bog Oak, di origine irlandese e tedesca, viene ricavata da un semifossile di quercia di colore grigio scuro il che rende il prodotto molto leggero; tuttavia la difficile reperibilità del materiale rende questa pipa molto costosa.
    Pipa morta
  • Pipe giapponesi Kiseru, dalla forma molto slanciata sono realizzate in legno o più spesso in bambù mentre il bocchino è in metallo.
  • Pipa Calabash o Calebassa, realizzate dalla Caravazza, una specie di zucca esotica di colore giallo di origine sudafricana. Il suo pregio sta nella camera di condensazione dove il fumo si espande e si raffredda arrivando con un sapore dolce e fresco alla bocca

Pipa Calabash


    Alcune pipe vengono realizzate con materiali particolari quali porcellana, metalli e argilla.
      
Pipa in argilla
Pipa in porcellana


Fonte:Materiali

giovedì 24 ottobre 2019

#11 La tassonomia della cosa

Per fornire una classificazione delle diverse tipologie di pipa è necessario andare ad osservare gli elementi che compongono questo oggetto: si ha una camera detta fornello che costituisce la testa della pipa e in cui avviene la combustione del tabacco, il cannello ovvero un sottile stelo forato che è il "canale" in cui circola il fumo il quale arriva alla bocca del fumatore tramite il bocchino.
Costituenti di una pipa


1.   Forma del bocchino

  • Bocchino conico(tapered): forma conica
  • Bocchino a sella(saddle): forma più assottigliata
  • Bocchino conico moderno: restringimento ricurvo assottigliato nella parte terminale
  • Double comfort: doppio scalino rispetto alla forma a sella
  • Bocchino a flock(army mounted): perno conico che si innesta direttamente nel cannello
  • Spigot: bocchino e cannello con solo parti metalliche
Bocchino conico
Bocchino "double comfort"




Bocchino a sella
Bocchino conico moderno









Anche la forma del dente può variare dalla fish tail al bocchino palatale che indirizza il fumo direttamente verso il palato fino al bocchino dentale che permette una presa salda della pipa senza applicare troppa forza.
Bocchino dentale












2.    Forma della pipa

       La classificazione delle pipe vede una prima distinzione tra tipologia classica ovvero quelle                forme più o meno standardizzate dette capostipiti e quelle free-hand, più moderne e realizzate          secondo il gusto e la volontà dell'artigiano. Un discorso a parte meritano gli artigiani danesi che          propongono continuamente modelli che si discostano nettamente da quelli classici.
       Forme classiche(denominazione inglese):
  • Dritta-Billiard: forma lineare ed essenziale
  • Bent Billiard: la pipa curva per antonomasia
  • Dublin: irlandese, dalla forma slanciata 
  • Apple: arrotondata
  • Lovat: scozzese, stesso colore del tweed
  • Canadian: fragile rispetto alle altre, per cui richiede manutenzione accurata
  • Prince: disegnata appositamente per il duca di Windsor
  • Woodstock: forma "mossa"
  • Oval: forma comoda da mettere in tasca
  • Pot: testa tozza e fornello largo
  • Bulldog: corta e "sportiva"
  • Half Bent-Rhodesian: disegnata dal politico britannico e imperialista Cecil John Rhodes
Forme classiche delle pipe
          Non solo pipa

#10 I proverbi della cosa

  • Moje, pippa e ccane, nun s’imprèsta manco ar compare – moglie, pipa e cane non si prestano neanche al compare.
  • Si vo campare cent’anni, pippa ‘e crita e cannella ‘e canna! – se vuoi campare cent’anni, fuma la pipa di terracotta col cannello di canna
  • Tanta pappa, poca pipa, niente pèpa – mangiare molta minestra, fumare poco, stare lontano dalle donne
  • Incanê’ la pepa-otturare la pipa a qualcuno per fare uno scherzo.
  • La pipa chiude la bocca allo stolto e aiuta a pensare il saggio – paradosso di Petra Trischmann, legge di Murphy.
  • Fumer na pipa col filter l’è cume magner na pipa coi mudant – fumare una pipa con il filtro è come mangiare una pipa insieme a delle mutande
  • If your beard’s on fire, others will light their pipes on it – se la tua barba brucia, gli altri accenderanno le loro pipe con questa.
  • The old pipe gives the sweetest smoke – la pipa vecchia produce il fumo più dolce
  • Smoke your pipe and be silent; there’s only wind and smoke in the world – fuma la tua pipa e stai in silenzio; nel mondo esistono solo vento e fumo.
  • The pipe is nearer than the wife–la pipa ti sta più accanto di una moglie.
  • Enough food and a pipe full of tobacco makes you equal to the immortals–abbastanza cibo e una pipa piena di tabacco ti rende uguale agli immortali.
    Brucaliffo, Alice in Wonderland

Fonti: Proverbi
            


#09 I nomi della cosa

  • Significato

[pì-pa], (ant. o region. pippa) s. f. [dal fr. pipe, anticam. «cannuccia», e poi «cannuccia della pipa; pipa»]
Arnese per fumare costituito, nel tipo diffuso nei paesi occidentali, da un piccolo recipiente tondeggiante, detto fornello, nel quale brucia il tabacco e che si continua con una cannuccia (l’uno e l’altra spesso ottenuti dal medesimo materiale), a cui è unito un bocchino di altra materia, diritto o variamente ricurvo e terminante con un rilievo (dente) che circonda l’imboccatura attraverso la quale si aspira il fumo (in alcuni esemplari il bocchino può essere applicato direttamente al fornello).
         Lingua               Traduzione                                   
  1. Italiano               Pipa
  2. Inglese               Pipe
  3. Tedesco              Pfeife
  4. Portoghese         Cachimbo
  5. Spagnolo            Pipa
  6. Francese             Pipe
  7. Ebraico              מקטרת 
  8. Polacco              Fajka
  9. Turco                 Pipo
  10. Giapponese       パイプ
  11. Greco                πίπα
  12. Russo                трубка
  13. Olandese           Pijp
  14. Arabo                غليون
Regione                                            Dialetto 
  1. Lombardia                             Bufàrda
  2. Trentino-Alto Adige              Càifa
  3. Lazio                                       Pippa
  4. Valle d'Aosta                           Fuma
  5. Basilicata                                Pippa
  6. Sicilia                                      Pipa
  7. Puglia                                      Pip
  8. Piemonte                                 Pippœ
Fonte:Treccani


lunedì 21 ottobre 2019

#08 La cosa

Fra gli elementi proposti nel post #02 Le cose ho scelto la pipa come oggetto rappresentativo del luogo protagonista di questo blog. Questo manufatto al contempo è un simbolo sia delle preziose materie prime che i boschi dell'Aspromonte offrono, sia della tradizione artigianale che si tramanda di generazione in generazione. Oltre ad esprimere la genuinità del mondo pastorale e rustico del territorio calabrese, la pipa è una "cosa" che riesce ad accomunare varie culture, da quella inglese(la figura di Sherlock Holmes ne è un perfetto esempio) sino a quella indiana con i ben noti "calumet della pace" di uso comune nella tribù dei Sioux. Inoltre questo prezioso "pezzo" da collezione vanta delle origini antichissime e nel corso dei secoli ha subito un processo evolutivo con il quale è stato raffinato sempre di più, tanto che è possibile tracciare una sorta di cronistoria che parte dall'introduzione del tabacco nel Nuovo Mondo fino all'epoca moderna.



Profilo di Sherlock Holmes

#07 Il film

  • La casa della bellezza

"La Casa della Bellezza" è un lungometraggio storico dedicato alla vita di Domenico Mazzullo, scultore, pittore e poeta oppidese (1897 – 1981), volto alla valorizzazione del territorio locale attraverso la figura e l’esperienza dell’artista. Prodotto dall’Associazione Culturale Mazzullo Opere d’Arte (MOA) in occasione dell’Anno Mazzulliano (XXXV Anniversario della scomparsa dell’artista), la Casa della Bellezza è divenuta realtà grazie alla disponibilità e alla passione del cast, dei tecnici e di tutti i collaboratori all’impresa, che hanno sposato la causa con entusiasmo. Il film è stato girato prevalentemente nella Piana di Gioia Tauro (Oppido Mamertina ,Terranova, Polistena, Palmi), con il contributo di attori professionisti, ma soprattutto non professionisti ed esordienti, che hanno conferito al progetto un carattere sperimentale, riflettente l’energia e la ricchezza del territorio. Oppidesi e calabresi sono le musiche, le scenografie e le professionalità necessarie, per una precisa scelta di valorizzazione. La produzione della Casa della Bellezza non ha usufruito di alcun contributo pubblico o privato. 
Locandina de "La casa della bellezza"

#06 Il nome del luogo

Il nome del comune calabrese deriva dal latino Oppidum ovvero città fortificata priva di confine sacro, proprio invece dell'urbe, mentre il secondo appellativo Mamertina fa riferimento all'antico insediamento costruito dal popolo dei Mamertini, soldati mercenari che spostatasi dalla vicina Mella fondarono la mitica Mamertion; letteralmente il termine Mamertini indica i figli del dio Mamers,dio osco della guerra. I resti dell'antica città medievale, costruita probabilmente nel IX secolo, sono ancora visibili nel territorio di Oppido vecchia.

Fonte:Oppido Mamertina


Illustrazione di Oppido vecchia

domenica 20 ottobre 2019

#05 Il mito

  • La Pietra Cappa

La Pietra Cappa è da sempre il simbolo del Parco Nazionale dell'Aspromonte a cui piedi appartiene parte del territorio della cittadina di Oppido Mamertina; questo monolite, il cui nome inizialmente era Pietra "Gauca" ovvero vuota, è il più alto d'Europa e attorno ad esso ruotano differenti leggende inerenti al cristianesimo e ai Cavalieri Templari. Con particolare riferimento all'ordine cavalleresco già citato, si racconta che la zona in cui si trova l'enorme masso fosse la patria della Decima Legione Fretense, nella quale militava il legionario che trafisse con la lancia il costato di Gesù. Tuttavia la leggenda più nota è quella che narra di Gesù e i suoi discepoli durante una peregrinazione in Aspromonte: il Nazareno chiese agli apostoli di raccogliere delle pietre per penitenza e continuare il cammino, ma solo Pietro prese un piccolo ciottolo a differenza degli altri. Terminata la penitenza, Gesù trasformò le pietre in pagnotte e Pietro ritrovandosi con un piccolo pezzo di pane decise che la prossima volta avrebbe preso un macigno in modo da ottenere più cibo. Così, presentatasi un'altra occasione di penitenza, i discepoli  raccolsero nuovamente dei massi e una volta fermatisi Pietro attendeva con impazienza che Gesù facesse nuovamente il miracolo trasformando le pietre in grandi forme di pane, ma ciò non avvenne. Pietro protestò, ma avendo capito di aver peccato di malizia chiese al Signore che quel masso trovasse dimora proprio in quel luogo, a imperitura memoria. Gesù acconsentì e il macigno si trasformò nella Pietra Cappa.

Aspromonte, Pietra Cappa
 Fonte: Pietra Cappa

mercoledì 16 ottobre 2019

#04 La citazione

"La zona è fertilissima. Una pianura degradante verso il
mare, varieggiata da colline piene di sole e ferita da abissali fratture che noi chiamiamo valloni se strette, fiumare se abbastanza larghe, o molto estese. Gli alvei sono incassati fra pareti vertiginose e scoscese di pietra viva, di mòlissu, di sabbbia incastonata da pietruzze, di terreni diversi a substrati, o di creta bianca, sensazionale e paurosa, perchè da il senso della viscidezza abissale. L'acqua vi scorre utile per l'irrigazione; consolante per la frescura paradisiaca nell'estate; orrenda e impetuosa, per la rovina, durante le levantine e nell'inverno. La terra è coltivata ad ulivi, che con gli anni diventano enormi giganti. Una sola pianta, nelle annate buone, può dare anche un quintale di olio. Sono quegli ulivi grandiosi e secolari, chiamati samarici, da sarma, che è un'unità di misura per solidi, ancora vigente da noi."

Don Luca Asprea, Il previtocciolo, Cosenza: Pellegrini,2016, pagina 7
Ruscello in Aspromonte

lunedì 14 ottobre 2019

#03 Il libro

Il previtocciolo

"Il previtocciolo" è un romanzo di Don Luca Asprea, pseudonimo di Carmine Ragno: l'autobiografia, edita da Feltrinelli nel 1971, seminò scandalo nell'Italia democristiana tanto da sparire presto dalla circolazione. L'opera, intrecciando i dialettismi all'italiano "colto", è ambientata ad Oppido Mamertina agli inizi del Novecento, cittadina in cui sono ancora vive le ferite provocate dal terremoto del 1908 il quale ha raso al suolo il vecchio insediamento. Il racconto esamina ogni ambito della società, dal pubblico al privato fino a quello di carattere antropologico, mai tralasciando lo scontro interiore del protagonista che vede divampare le forti pulsioni del sesso inconciliabili con la propria vocazione religiosa. Oltre a descrivere l'entroterra calabrese, l'autore usa come sfondo un'Italia priva di contorni, con il fascismo in lontananza, rimpiangendo l'umile nazione di un tempo, quella quasi primitiva che non esiste più nemmeno nel profondo sud ma la cui essenza può essere ricercata a partire dall'introspezione.
Il Previtocciolo,1971

#02 Le cose

  • La "Stroncatura"


Stroncatura
La "Stroncatura" è un particolare tipo di pasta secca tradizionale della cucina calabrese, nata nella piana di Gioia Tauro e diffusasi successivamente in tutti i territori limitrofi. Di formato simile a quello delle linguine, l'impasto veniva formato a partire dagli scarti di crusca derivanti dalla molitura del grano dando luogo a una pasta dal colore scuro; successivamente la ricetta è stata raffinata utilizzando della farina integrale unita a segale e grano duro. Il nome di questa tipologia di pasta deriva dal fatto che viene trafilata a macchina e "stroncata" ovvero spezzata sulla sezione che piega sulla stecca di ferro, conservandone la forma. Alla fine dell'Ottocento, viste le scarse condizioni igienico-sanitarie dei siti di produzione, la vendita di questa tipicità calabrese venne vietata per diversi anni, tanto a poter definire la "Stroncatura" una merce di contrabbando. Oggi è possibile acquistarla in diversi pastifici del luogo e la ricetta tradizionale la abbina a prodotti tipici del meridione quali alici, pomodorini, olive, peperoncino e mollica di pane raffermo tostato.

  • Le tabacchiere

Le tabacchiere in buccia riversa di bergamotto sono un piccolo capolavoro della cultura calabrese: esse risalgono al XIX secolo, quando nel mondo contadino era di grande moda l'uso di questi cofanetti destinati a contenere il tabacco da fiuto o da pipa; inoltre questi piccoli manufatti facevano parte anche dei generi di conforto dei soldati del Regno delle due Sicilie.
Tabacchiera in bergamotto
La tecnica di lavorazione che ormai pochissimi artigiani tramandano, risale alla Grecia e richiede grande accuratezza e pazienza in modo da mantenere inalterato l'intenso profumo dell'agrume che è anch'esso caratteristico delle coltivazioni di tutta la Calabria, in particolare delle coste a sud. Si inizia svuotando il frutto eliminando tutta la polpa per poi lasciarlo asciugare all'ombra; alla fine, ormai plasmabile, la buccia viene sagomata per realizzare piccoli oggetti di uso comune tra cui i già citati cofanetti.


  • Le pipe

Pipe in radica
La produzione artigianale delle pipe è diffusa in tutta la Calabria, ma in particolar modo nel territorio di Oppido Mamertina si concentra nella frazione di Piminoro. Questo territorio è totalmente immerso nel bosco dell'Aspromonte, il quale offre il legname che i pastori utilizzavano per creare suppellettili di uso quotidiano durante le lunghe ore di sosta passate fra le montagne a guardia del gregge. Oltre alla grande abilità degli artigiani c'è da considerare che queste pipe sono prodotte con legno di Erica Arborea, una pianta sempreverde che possiede un basso contenuto di tannini ovvero le sostanze che le conferiscono un sapore amarognolo; nello specifico la parte utilizzata è la base del fusto che viene detta "ciocco". La materia prima viene estirpata, bollita in pentole di rame per rimuovere il tannino restante e poi lavorata, ancora umida, dall'artigiano.



Fonte Pipe
           Stroncatura
           Tabacchiere


sabato 12 ottobre 2019

#01 Oppido Mamertina

Oppido Mamertina è un comune di 5.200 abitanti, situato nella provincia di Reggio Calabria alle falde dell'Aspromonte settentrionale. Totalmente immerso in un bosco di ulivi, l'abitato si trova ad un'altitudine di 342 metri, in una zona poco distante dall'originario insediamento abbandonato dopo il terremoto del 1783.

Coordinate geografiche: 38° 17' 40'' N 15° 59' 6'' E

Territorio di Oppido Mamertina